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Cucinare al fresco

Cucinare e preparare ricette in carcere

Cucinare è possibile ovunque, per produrre ricette non serve essere chef stellati ma avere passione e desiderio.

E’ questo a muovere l’iniziativa “Cucinare al Fresco”.

L’iniziativa parte dall’Istituto del Bassone a Como; circa 3 anni fa.

Oggi è entrata in vigore in tutti gli istituti penitenziare della Penisola.

L’efficacia della nuovo strumento di recupero è grandissima: i detenuti hanno occasione di cimentarsi con nuovi stimoli e attività, che portano a nuove speranze e prospettive; un’occasione di rinascita e riqualificazione.

Durante gl’incontri ognuno assapora la libertà e la bellezza della creazione; si mettono in comunione con gli altri le proprie paure, emozioni e speranze.

Il prodotto che esce da questi laboratori sono delle ricette.

All’inizio ogni istituto aveva la propria raccolta, adesso tramite la centralizzazione informatica, si ha un unico corpo di ricette.

Si sta lavorando per produrre un ricettario che raccoglie le migliori preparazioni.

Si passa dai piatti più semplici alle preparazioni più complesse.

Il risultato per tutti, ma soprattutto per i detenuti, è quello di ritrovare i sapori di casa e il gusto della liberta.

Un passo in avanti per recuperare il vero senso della detenzione carceraria.

Se è vero che nelle prigioni devono essere rinchiusi quei soggetti che si sono rivelati pericolosi per la società, è anche vero che la detenzione deve essere un momento di riabilitazione.

Il carcere deve dare a chi ha sbagliato la possibilità di redimersi.

Lo stato, tramite i suoi istituti penitenziari, ha l’obbligo morale e civile di dare una possibilità di diventare un buon cittadino, di partecipare alla vita e alla crescita del proprio paese.

L’Italia ha l’obbligo di educare e far crescere i propri figli.

Non scordiamoci che proprio la mancanza di empatia, condivisione, speranze e prospettive sono le porte spalancate sul corridoio della criminalità.

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